Corso: Storia e indirizzi della psicoterapia psicodinamica
Tipologia: cod. MIUR B.5: Presentazione e discussione critica dei principali indirizzi psicoterapeutici
Ore: 16
Anno: I
Docente: Riccardo Bernardini [riccardo.bernardini@ipap-jung.eu]
Programma dell’insegnamento

Il caso di Carl Gustav Jung (1875-1961), rispetto agli altri grandi intellettuali del ‘900 di cui tutto, o quasi tutto, si conosce, è più unico che raro. È un caso raro nella capacità di offrirci materiali di studio ancora tutti da scoprire, conoscere e approfondire: la ricerca storica ha infatti contribuito, negli ultimi decenni in particolare, a recuperare una parte importante del lascito junghiano portando alla pubblicazione significativi testi ancora inediti, legati all’ampia attività seminariale e all’ingente documentazione epistolare; si è inoltre in attesa di ulteriori inediti e, probabilmente, di una nuova e più completa edizione di tutte le sue opere. Ed è un caso unico nella possibilità di farci ripensare in misura significativa, grazie a questi stessi materiali, la sua opera: il riferimento è, naturalmente, al Liber novus, atteso da lunghissimo tempo e da pochi anni finalmente disponibile, e all’ulteriore documentazione privata o clinica tuttora in corso di pubblicazione. Del resto, era stato proprio Jung, quasi anticipando questo interesse ancora così vivo per la sua opera a oltre cinquant’anni dalla sua morte, a riconoscere: “Per quanto mi riguarda, mi sono rassegnato a essere postumo”. La possibilità di un ampliamento di sguardo sull’opera junghiana era già stata prevista da Henry Frédéric Ellenberger (La scoperta dell’inconscio, 1970), il quale aveva messo in luce il contrasto esistente tra l’evoluzione della psichiatria dinamica e quella delle altre scienze: nessun’altra branca del sapere umanistico era andata incontro a più metamorfosi di quante ne avesse subìto la psichiatria di orientamento dinamico. Oltre ad avere fondato metodologicamente la ricerca storico-psicologica, tra i meriti di Ellenberger vi è inoltre quello di avere presentato, per la prima volta, l’opera di Jung non alla luce della psicoanalisi, ma nel più ampio contesto della storia delle idee. Jung, scriveva, “si discosta dall’ortodossia della psicoanalisi freudiana e la sua psicologia analitica non deve essere valutata con i parametri della psicoanalisi di Freud […]: entrambe devono essere comprese utilizzando i rispettivi presupposti teorici”. Se “ogni storia della Psicologia Analitica deve iniziare dal suo fondatore, Jung” (T. Kirsch), l’opera di Ellenberger aveva allora assolto due grandi compiti: da un lato, la separazione di Jung dall’ombra di Freud; dall’altro lato, il collegamento dell’opera di Jung ad altre evoluzioni del pensiero scientifico contemporaneo (S. Shamdasani), identificandola cioè come episodio del tutto autonomo e irriducibile di una tradizione di pensiero, quello psicologico, nella quale “filosofia, antropologia, medicina e scienze della natura si intrecciano in un percorso affascinante e difficile da dipanare” (G. Blandino).

Obiettivi dell’apprendimento

Il corso intende illustrare l’evoluzione del pensiero junghiano, in rapporto al più ampio campo delle psicoterapie (in particolare, quelle di orientamento psicodinamico), dai seguenti vertici di osservazione: a) le correnti e i concetti della psicoterapia psicodinamica; b) la psicologia di Jung: origini, definizioni e relazioni; c) Jung: dal “caso letterario” ai casi clinici; d) da Jung ai post-junghiani: sviluppi, convergenze e divergenze; e) l'”eredità junghiana” di Ivrea: C.G. Jung, Ernst Bernhard e Adriano Olivetti.

Bibliografia di riferimento
  • Bernardini, R. (2011). Jung a Eranos. Il progetto della psicologia complessa. Milano: FrancoAngeli
  • Bernardini, R. (a cura di) (2018). Jung e Ivrea [“L’Ombra”, Nuova serie, Vol. 9, N. 1, Anno 2018]. Bergamo: Moretti & Vitali
  • Bernardini, R. (2018). “L’ultimo Jung nella stanza di analisi”. In Elephant & Castle, 18 [“Postludi. Lo stile tardo”], pp: 4-34
  • Blandino, G. (2006). Un futuro nel passato. Radici culturali del lavoro psicologico. Venaria Reale (Torino): Antigone
  • Carotenuto, A. (1977). Jung e la cultura italiana. Roma: Astrolabio-Ubaldini
  • Casement, A. (a cura di) (2007). Who Owns Jung?. London: Karnac
  • Ellenberger, H.F. (1970). La scoperta dell’inconscio. Storia della psichiatria dinamica, 2 voll. Torino: Bollati Boringhieri, 1976
  • Kirsch, T.B. (2002). The Jungians. A Comparative and Historical Perspective. London: Routledge
  • Pieri, P.F. (1998). A partire da Jung. I testi e gli analisti. La Psicologia Analitica in Italia – 1943/1998. Milano: La biblioteca di Vivarium
  • Romano, A. (2017). L’inconscio a Torino. La psicologia del profondo nella Torino del Novecento: editoria, scuole, testimoni. Savigliano (Torino): Nino Aragno
  • Samuels, A. (1985). Jung e i neo-junghiani. Roma: Borla, 1989
  • Shamdasani, S. (2003). Jung e la creazione della psicologia moderna. Il sogno di una scienza. Roma: Ma.Gi., 2007
  • Vegetti Finzi, S. (1986). Storia della psicoanalisi. Autori opere teorie 1895-1990. Milano: Arnoldo Mondadori