Corso: Fondamenti di clinica junghiana II: setting, transfert e controtransfert
Tipologia: cod. MIUR C.1: Insegnamento caratterizzante (attività didattiche di tipo clinico di indirizzo) lezioni solo teoriche: Approfondimento specifico dell’indirizzo metodologico e teorico-culturale seguito dall’istituto]
Ore: 16
Anno: I
Docente: Ferruccio Vigna [ferruccio.vigna@ipap-jung.eu]
Programma dell’insegnamento

Nel corso è prevista preliminarmente una riflessione sul tema del setting.Il setting, che affonda le proprie radici nella psicoanalisi freudiana, è parte della tecnica psicoanalitica e a sua volta la sostanzia. Nato con una funzione prevalentemente normativa, oggi lo possiamo intendere come il “contesto” all’interno del quale avviene l’incontro tra terapeuta e paziente. Esso prevede il mantenimento di un assetto relazionale specifico, mediato da un insieme di norme implicite ed esplicite piuttosto diverse da quelle che regolano i rapporti consueti. Tali norme costituiscono il setting esterno della psicoterapia. Esiste però anche, e verrà discussa, un’accezione interna di setting, inteso come lo specifico assetto mentale che caratterizza il terapeuta. Si procederà successivamente alla disamina dei concetti di transfert e controtransfert. Ogni contenuto inconscio attivato si manifesta anzitutto sotto forma di proiezione, e il transfert rappresenta una particolare applicazione del fenomeno della proiezione. La relazione tra paziente e terapeuta, il transfert, appunto, diventa perciò il contenitore, anzi lo strumento delle trasformazioni del paziente che rappresentano l’obbiettivo clinico. Per questo motivo il transfert – le sue manifestazioni e la loro interpretazione – assume nell’analisi una posizione assolutamente centrale. Convenzionalmente si intende per controtransfert l’insieme dei vissuti e delle reazioni affettivo-emotive dell’analista nei confronti del paziente, nonché dei loro equivalenti immaginali. Verranno illustrate le posizioni teoriche dei principali autori psicoanalitici. In particolare: – quella freudiana, la cosiddetta “regola dello specchio”, secondo cui “il medico deve essere opaco per l’analizzato e, come la lastra di uno specchio, mostrargli solo quello che gli viene mostrato.” Freud riteneva che la scientificità dell’analisi sarebbe stata compromessa dalle interferenze affettive dell’analista: considerava il controtransfert come un errore terapeutico; – quella junghiana: al contrario, Jung considerava il controtrasfert come inevitabile, e inoltre come una possibile risorsa. Da un lato, infatti, consente al terapeuta di rendersi conto di quali sono i problemi, i punti ciechi, i meccanismi ripetitivi, le ferite non rimarginate del paziente. Ha cioè una funzione conoscitiva. Dall’altro ha una funzione curativa giacché, attraverso l’empatia e attraverso l’interpretazione, il paziente viene indotto a fare i conti con ciò che prima proiettava. Scrive che ogni trattamento comporta la “reciproca trasformazione” di entrambi i soggetti, e che: “ogni trattamento destinato a penetrare nel profondo consiste almeno per metà nell’autoesame del terapeuta”; – quella di M. Fordham, che definisce i concetti di controtransfert illusorio e sintonico.

Obiettivi dell’apprendimento

Attraverso la discussione di letture teoriche e soprattutto la presentazione e discussione di casi clinici ci si propone di fornire ai discenti gli strumenti per riconoscere, all’interno della relazione terapeutica, sia gli aspetti transferali del paziente, sia i propri aspetti controtransferali, e per utilizzare tale materiale ai fini terapeutici.

Bibliografia di riferimento
  • Fordham, M. (1970). “Note sul transfert”. In Rivista di Psicologia Analitica, 1(1)
  • Jung, C.G. (1946), La psicologia della traslazione illustrata con l’ausilio di una serie di immagini alchemiche. In Opere, Vol. 16. Torino: Bollati Boringhieri, 1993
  • Migone, P. (1999). La “psicoterapia focalizzata sul transfert” di Kernberg per i borderline: in che senso si può definire autenticamente psicoanalitica”. In Il Ruolo Terapeutico, 82, pp. 54-61
  • Schwartz-Salant, N., Stein, M. (a cura di) (2007). Transfert e controtransfert. Roma: Ma.Gi.